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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, II, 93
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originale
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93 Quodsi eorum vi caelum modo hoc, modo illo modo temperatur, qui potest eadem vis esse nascentium, cum caeli tanta sit dissirnilitudo? In his locis quae nos incolimus post solstitium Canicula exoritur, et quidem aliquot diebus; at apud Trogodytas, ut scribitur, ante solstitium; ut, si iam concedamus aliquid vini caelestem ad eos qui in terra gignuntur pertinere, confitendum sit illis eos qui nascuntur eodem tempore posse in dissimilis incidere naturas propter caeli dissimilitudinem; quod minime illis placet; volunt enim illi omnis eodem tempore ortos, qui ubique sint nati, eadem condicione nasci.
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traduzione
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93 E se per il loro influsso il cielo assume ora una, ora un'altra composizione, come possono quelli che nascono ricevere una medesima impronta, dal momento che tanto grande ? la dissimiglianza del cielo? In questa parte del mondo che noi abitiamo la Canicola sorge dopo il solstizio d'estate, anzi parecchi giorni dopo; ma nel paese dei trogloditi, a quanto si legge, sorge prima del solstizio; cosicch?, se anche ammettiamo che l'influsso del cielo si esplichi in qualche modo su coloro che nascono in terra, gli astrologi dovrebbero pur riconoscere che coloro che nascono contemporaneamente possono avere caratteri diversi per la dissimiglianza del cielo. Ma non hanno alcuna voglia di riconoscerlo: pretendono che tutti i nati nel medesimo tempo, qualunque sia il luogo della loro nascita, siano votati alla stessa -sorte.
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